La dieta Fodmap promette un effetto detox per chi soffre di disturbi intestinali, scopri come funziona e quali alimenti sono concessi e vietati.
La dieta Fodmap si presenta come una soluzione ideale per chi soffre di problemi intestinali, offrendo un approccio suddiviso in tre fasi che garantisce un effetto detox. Questo regime alimentare, concepito per alleviare i sintomi legati alla sindrome del colon irritabile e ad altre malattie infiammatorie intestinali, non si concentra sulla perdita di peso, ma piuttosto sulla riduzione delle fasi acute e dei sintomi associati.
Attraverso l’eliminazione e la reintroduzione mirata di determinati alimenti, la dieta Fodmap promette di alleviare gonfiore e disturbi gastrointestinali, rendendo il corpo più asciutto.

Origini e obiettivi della dieta Fodmap
La Low-FODMAP Diet, comunemente nota come dieta Fodmap, è stata sviluppata principalmente per contrastare la sindrome del colon irritabile. Tuttavia, si è dimostrata utile anche per altre condizioni come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. L’obiettivo principale di questo regime alimentare non è il dimagrimento, bensì la riduzione delle manifestazioni acute delle patologie intestinali. Attraverso un approccio strutturato in tre fasi, la dieta punta a migliorare il benessere generale dell’apparato digerente.
Le tre fasi della dieta Fodmap
La dieta Fodmap è divisa in tre fasi distinte: eliminazione, reintroduzione e personalizzazione. Durante la fase di eliminazione, sotto la supervisione di un nutrizionista esperto, si eliminano tutti gli alimenti ricchi di Fodmap. Questi includono prodotti come latte e derivati freschi, alcuni cereali come frumento, orzo e segale, oltre a vari frutti e verdure come mele, carciofi e cavolfiore. Altri alimenti da evitare sono alcuni legumi, semi oleosi come anacardi e pistacchi, dolcificanti di sintesi e cibi che li contengono.
Alimenti concessi nella dieta Fodmap
Nonostante le restrizioni, la dieta Fodmap consente il consumo di diversi alimenti. Tra questi, i sostituti vegetali del latte come il latte di mandorle, latte di cocco e latte di riso. Alcuni frutti e verdure sono permessi, come banane, peperoni, mirtilli, carote e cetrioli. Inoltre, è possibile consumare semi amidacei come avena, quinoa e riso, oltre alle patate. Questi alimenti aiutano a mantenere una dieta equilibrata e a ridurre i sintomi infiammatori.
Effetto detox e personalizzazione finale
La seconda fase prevede la reintroduzione graduale degli alimenti ricchi di Fodmap, monitorando attentamente le reazioni del corpo. Questo processo permette di identificare quali cibi causano problemi digestivi e infiammatori. Una volta completata questa fase, si procede con la personalizzazione della dieta, eliminando o riducendo i Fodmap problematici per creare un regime alimentare equilibrato. Anche se non finalizzata alla perdita di peso, la dieta Fodmap garantisce un effetto detox, poiché elimina i cibi che causano gonfiore e altri disturbi intestinali, migliorando così l’aspetto fisico generale.