Ecco ciò che c’è da sapere sulla differenza tra TMC (termine minimo di conservazione) e data di scadenza, come leggerla e la legge.

La differenza tra TMC e data di scadenza non è sempre chiara. Interpretare o individuare queste due informazioni può sembrare complesso ma, con i dovuti accorgimenti, diventa possibile. Riconoscerle è utile per evitare rischi o sprechi alimentari.

Per non consumare cibi che potrebbero essere diventati dannosi per l’organismo, questi due dettagli sono fondamentali. Oltre ad avere chiaro ciò che distingue questi due termini, è indispensabile conoscere la legge riguardante il Termine Minimo di Conservazione e imparare a leggere la data di scadenza sulle etichette.

Differenza tra TMC e data di scadenza
Differenza tra TMC e data di scadenza

Qual è la differenza tra TMC e data di scadenza

Con Termine Minimo di Conservazione (TMC) si indica la data fino alla quale il prodotto conserva in condizioni ottimali le sue qualità. A indicarlo è la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro“, seguita dalla data esatta alla quale questa espressione si riferisce. Per i prodotti conservabili per meno di 3 mesi, vengono indicati il giorno e il mese; su quelli che hanno un periodo di conservazione compreso tra 3 e 18 mesi, si indica il mese e l’anno; per gli alimenti conservabili per più di 18 mesi viene indicato solamente l’anno.

La data di scadenza si riferisce a prodotti preconfezionati e velocemente deperibili. Questi costituiscono un rischio maggiore per l’organismo, oltre un certo periodo, e per questo motivo la data impressa sulla confezione va osservata attentamente. Ad indicarla è la dicitura “Da consumarsi entro“, seguita dal giorno, mese e anno ai quali si riferisce l’informazione.

Data di scadenza: come leggerla

Oltre al giorno, mese e anno in cui consumare un certo prodotto, questa data può essere accompagnata da altre informazioni. Sull’etichetta di un alimento può essere riportata la temperatura ottimale, alla quale deve essere conservato.

Inoltre, è possibile trovare anche informazioni circa le modalità di conservazione di una certa confezione. Ad ogni modo, a stabilire la data di scadenza sono autorità specifiche, come ad esempio il Ministro delle attività produttive, delle politiche agricole e forestali e della salute.

La legge sul Termine Minimo di Conservazione

A sancire la differenza tra TMC e data di scadenza è il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992 n°109. Con questo si afferma la differenza tra le due diciture, che indicano due tipi di comportamento diverso da avere nei confronti degli alimenti. Nel caso in cui su una confezione c’è l’espressione “Da consumarsi entro”, l’alimento non può più essere consumato oltre il giorno indicato da quella data.

Nel caso del TMC, invece, è “preferibile” consumare il prodotto entro un dato giorno, tuttavia può essere utilizzato in alcune ricette anche successivamente, perché non diventa subito dannoso per l’organismo. Un esempio molto comune, è dato dal latte in scadenza. A stabilire questo termine è il produttore o il confezionatore dell’alimento. Esso può non comparire su prodotti ortofrutticoli freschi, prodotti di panetteria, bevande a base di frutta o con tenore alcolico superiore al 10%.

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ultimo aggiornamento: 19-10-2021


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