La quercetina è un flavonoide che si trova in alcuni alimenti. Alcune ricerche la indicano come inibitore del SARS-CoV-2: è vero?
La quercetina è un flavonoide presente in alcuni ortaggi e in alcune varietà di frutta. Nelle ultime settimane se ne sta studiando la potenzialità contro il SARS-CoV-2. Nello specifico si vuole verificare il suo effetto inibitore contro il 3CLpro, una proteina che viene invece utilizzata dal virus per il suo sviluppo. In poche parole: se questa proteina viene messa fuori uso è possibile che il SARS-CoV-2 muoia. Ma che cosa sappiamo sulla quercetina?
Quercetina: proprietà ed effetti
Innanzitutto la quercetina è un’antiossidante, una molecola di origine naturale ed è conosciuta anche per le sue proprietà antinfiammatorie, antiproliferative, anti-allergiche e immunomodulanti.
Uno studio internazionale, che ha coinvolto i ricercatori dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche, il Cnr-Nanotec di Cosenza, e alcuni ricercatori di Madrid e Zaragoza, ha per ora prodotto una prova sperimentale della capacità della quercetina di colpire la proteina 3CLpro di Sars-CoV-2.
È solo uno studio, ma potrebbe essere un punto di partenza importante per arrivare a farmaci utili o a un vaccino contro il Covid-19.
Quercetina: dove si trova?
Non tutti sanno che trovare la quercetina negli alimenti è davvero facile. In particolare si trova nelle verdure a foglia verde come la lattuga, nelle cipolle, negli asparagi, nel cavolo riccio o nero, nei pomodori, nel sedano e nel radicchio. Per quanto riguarda la frutta, invece, si trova nelle mele, nelle ciliegie, nell’uva rossa, negli agrumi e nei mirtilli e in altri alimenti come il cioccolato, le bacche di goji, i capperi e i semi di chia.
In questo particolare elenco trovano posto anche il tè verde e il vino rosso. Sicuramente, una maggior concentrazione di quercetina la troviamo nei capperi rispetto al peso del prodotto.
Dal punto di vista alimentare e nutrizionale non va però tralasciato che dopo l’assorbimento nell’intestino tenue si verifica la metabolizzazione da parte delle cellule e del fegato. Inoltre, la presenza di questa molecola negli alimenti si riduce durante la preparazione, nella lunga conservazione ed essendo termolabile è sensibile anche all’ebollizione.